In questa pagina spieghiamo come scegliere la migliore guaina contenitiva e proponiamo una lista dei migliori prodotti, con opinioni e prezzi.
La guaina contenitiva è un indumento che ha lo scopo di modellare e contenere le forme, soprattutto nei fianchi, nell’addome e nel sedere, per dare un’immagine più snella ed attraente.
Storia
Analizzando e percorrendo la storia della guaina nel corso degli anni, riusciamo a distinguere principalmente quattro periodi di riferimento, che ci presentano diversi ruoli ed atteggiamenti femminili, e di conseguenza differenti concezioni dell’intimo, in particolare della guaina contenitiva. Nel primo periodo, che comprende i 50 anni tra il 1910 e il 1960, è protagonista una donna dimessa e poco libera che è costretta ad indossare guaine contenitive in tessuto gommato, molto scomode ed ingombranti. La donna deve accettarlo, considerando la scomodità a cui è sottoposta come una sorta di disagio inevitabile, un male necessario, una rinuncia e un sacrificio propri della sua natura, della sua identità sessuale. Il modello più diffuso in questi anni è quello aperto, che conferisce alla donna un aspetto rigido, severo, controllato: è questo ciò che la moda degli anni ’20, ’30 chiede alla donna, per essere considerata rispettabile e “modesta”. Gli anni ’40 e ’50 vedono invece protagonista la “figura a clessidra”, ovvero la donna procace e prorompente con curve evidenziate nella parte del seno e del sedere, e costrette e modellate, invece, nella parte della vita (si pensi allo stilista Dior che nel 1947 rese famosa la celebre “vita da vespa”).
Passiamo ora ad analizzare il secondo periodo che corrisponde al decennio degli anni ’60. La guaina è ancora per le donne una costante, soprattutto dall’adolescenza in poi, ma iniziano a comparire dei significativi cambiamenti. Il primo riguarda il modello; inizia infatti a diffondersi la guaina a mutandina, che consente movimenti più liberi e maggiore comodità. Il secondo invece è inerente al materiale; gli anni ’60 vedono infatti protagonista la lycra, un filato elastico nuovo che soppianta il vecchio tessuto gommato e rende le guaine più leggere,ma ugualmente resistenti e contenitive. Conseguentemente e contemporaneamente a tali mutamenti pratici, le donne iniziano a sentirsi diverse anche rispetto alla società, iniziano ad alzare la testa e ad entrare nell’ottica che essere eleganti e rispettabili non doveva obbligatoriamente significare essere a disagio e soffrire. Guaine più comode e leggere, usate comunque ancora in ogni occasione pubblica, entrano nel mondo dell’intimo femminile che si appresta a vivere una vera e propria rivoluzione.
Siamo arrivati al terzo periodo, quello degli anni ’70, anni di rivoluzione sessuale, di movimenti femministi che si susseguono, anni della fine del predominio della guaina contenitiva nel mondo intimo delle donne. Insieme ad essa, decadono le classiche calze, schiacciate dall’enorme diffusione di collant, così come i vecchi modelli di reggiseni perdono notevolmente terreno. La donna è più libera, è meno inibita, le sue forme non chiedono più di essere costrette. Arriviamo ai giorni d’oggi, al quarto ed ultimo periodo della storia della guaina: essa non è propriamente scomparsa ma è uscita sicuramente dalla lista dei capi d’intimo abituali. I modelli classici e tradizionali sopravvivono solo in situazioni particolari, nelle quali si avverte una esigenza di un forte contenimento. I derivati più leggeri e funzionali invece, come i body, le guaine perizoma, le mutandine elastiche contenitive, riescono ancora a trovare un certo spazio tra la moda dell’intimo femminile.
Tipologie
Le guaine contenitive hanno subito una grande evoluzione nel corso degli anni, e si sono adattate alle mode del tempo. La prima tipologia, quella più tradizionale, è “aperta”, ovvero non dotata di cavallo, ed ha molte caratteristiche del vecchio busto: una fascia che copre dalla vita alla metà superiore della coscia, di tessuto resistente, che, alternando tessuti rigidi ed elastici, permette di scegliere tra esigenze di compressione e modellazione. Tale modello può presentare alcune variazioni: esiste la guaina lunga, che copre la gamba fino al ginocchio, così come esiste la “sopravita” o “stringivita”, che invece nella parte superiore copre il tronco, a volte fino a lambire il seno.
Queste tipologie di guaine erano molte diffuse in passato, sostituite da altre nel corso degli ultimi trenta anni. Vediamone alcune. Iniziamo con la “guaina a mutandina”, simile ad una normale mutanda da donna, ma più robusta e resistente. Essa ha dunque tutte le funzionalità di contenimento tipiche delle guaine, garantite dai tessuti utilizzati, e può essere anch’essa di vari tipi: normale, sopravita, a gamba lunga o sgambata. Se facciamo ancora passare dieci anni, noteremo guaine sempre più sgambate e costituite da tessuti più leggeri, che iniziano ad essere chiamate “guainette”: il tessuto più leggero consente alla donna libertà di movimento, limitata invece per i modelli stringivita e con gamba, mentre la forma e la struttura contengono le zone dell’addome e del sedere.
Questi modelli presentavano però un inconveniente: in presenza di vestiti attillati o leggeri, risultava molto evidente il segno nella parte posteriore, rendendo l’indumento non gradevole alla vista. Si è pensato così di ideare la “guaina perizoma”, diretta prosecuzione della “guaina a mutandina” sgambata. Con tale scelta si evitava che la linea sul sedere fosse troppo evidente: il nuovo modello iniziò a diffondersi. Era costituito dalla solita fascia contenitiva nella vita e nella pancia e presentava le molteplici variazioni delle solite guaine: bassa, alta, molto alta fino al seno, più o meno resistente e costrittiva etc. La particolarità era ovviamente nella parte posteriore, che presentava una sottile striscia di tessuto che passava tra le natiche, per ovviare al problema sopra esposto.
Risulta essere evidente che nella zona del deretano tale modello non offriva alcun contenimento. In seguito alla prima diffusione, la “guaina perizoma” non riscosse un grande successo. Come mai? La novità ideata presentava un problema, notato ed avvertito dalle donne che la indossavano. La combinazione tra tessuto piuttosto consistente e forma del modello, risultava infatti piuttosto scomoda e tendeva ad irritare la superficie epidermica delicata in mezzo alle natiche. Pian piano la guaina tradizionalmente intesa cominciò ad essere sempre meno presente nell’intimo femminile; iniziò infatti ad essere integrata con altri indumenti, come il “modellatore” o “body”, che presenta un margine superiore da posizionare sopra il seno, dotato di coppe e spalline, tanto da sostituire anche il reggiseno. Oggi come oggi, le donne, seguendo una tendenza diffusasi intorno agli anni ’70, preferiscono alla guaina contenitiva una lunga serie di altri indumenti: corpini elasticizzati, collant contenitivi, sottogonne e sottovesti elasticizzate, mutandine elastiche.
Utilizzo
Data la struttura ed il tessuto delle guaine, è spesso abbastanza complicato indossarle in modo corretto, e si rischia di portare un indumento che risulterà essere piuttosto scomodo. Conviene dunque seguire una serie di semplici operazioni in un ordine preciso, che viene di seguito indicato
-Aprire completamente le aperture verticali (ganci o cerniera lampo) e, se ci sono, le aperture del cavallo.
-Rivoltare in fuori la parte superiore della guaina e ripiegarla su quella inferiore, facendo in modo che la piega corrisponda alla metà della lunghezza dell’indumento.
-Stendersi in posizione sdraiata sul dorso: in tal modo sarà facilitato l’appiattimento dell’addome. Successivamente infilare dai piedi la guaina, e farla scorrere lungo le gambe, fino a posizionarla nel punto corretto.
-Raggiunta la giusta posizione, srotolare la parte superiore verso l’alto, sistemando la guaina nella parte dello stomaco e della vita.
A questo punto è possibile rialzarsi e seguire le seguenti operazioni
-chiusura dei gancetti del cavallo, se presenti.
-assestamento della guaina al proprio corpo, cercando la posizione più comoda.
-chiusura delle allacciature verticali con gancetti o lampo; questa operazione spesso necessita che la donna abbandoni nuovamente la posizione eretta.
-allacciatura eventuale dei gancetti reggicalze alle calze.
-allacciatura eventuale dei gancetti superiori al reggiseno.
Come ultima operazione, è necessario verificare la limitazione dei movimenti, ovvero quanto la guaina appena indossata ci impedisce di girarci, piegarci, effettuare torsioni. Risulta essere evidente che, data la natura contenitiva di tale indumento, non sarà possibile una completa libertà di movimento. Se ci sentiamo però troppo costretti, occorre sfilare la guaina e provare ad indossarla nuovamente, ponendo un’attenzione particolare a non inserirla ruotata rispetto all’asse del nostro corpo, e ad assestarla all’altezza giusta. Se dopo vari tentativi, non abbiamo risolto il problema, occorre verificare che la taglia sia corrispondente alla nostra. Sia una guaina troppo piccola che una troppo grande possono infatti risultare molto scomode.
Guaine Contenitive più Vendute Online
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